mercoledì 19 novembre 2014

Maruzza Lefebvre d’Ovidio



Maria Desiderata Lefebvre d'Ovidio fu la figlia primogenita di Antonio ed Eugenia Beck e sorella di Francesco, Manfredi ed Elvira.
Maria Desiderata, meglio nota come Maruzza, appellativo con il quale veniva chiamata dalla famiglia, scomparve prematuramente nel 1989 dopo una breve ma incurabile malattia neoplastica. Grazie alla sua volontà comunicata ai genitori a malattia ormai inoltrata, parte del suo patrimonio venne destinato alla creazione della fondazione che porta ancora oggi il suo nome.

La fondazione Maruzza Lefebvre d'Ovidio fin dalla fondazione si è posta come obiettivo quello della cura dei malati terminali ed incurabili, attraverso l'utilizzo delle cure palliative. La fondazione si propone di fornire l'accesso a questo tipo di cure per tutti coloro che ne necessitano, impegnandosi a garantire una qualità della vita il più alta possibile, nel rispetto della persona e della malattia dalla quale è affetta.
La Fondazione si rivolge a tutti, a partire dai bambini fino alle persone più anziane, impegnandosi al contempo per diffondere la conoscenza delle cure palliative nell'opinione pubblica. Segue anche la formazione di tutto il personale medico ed infermieristico impegnato negli interventi dell'associazione, in modo da garantire la presenza delle figure professionali di più alta qualificazione. La fondazione Maruzza Lefebvre d'Ovidio è una ONLUS, cioè una organizzazione non lucrativa, i cui profitti vengono interamente destinati a continuare e a sviluppare le attività della fondazione stessa.

Attualmente è presieduta da Elvira, sorella minore di Maruzza.
Per garantire la massima trasparenza dal punto di vista finanziario, la Fondazione si avvale dal 2006 dell'ente di certificazione KPMG Spa, che ne certifica i bilanci. Questo rappresenta un ulteriore fattore di garanzia per tutti i donatori e per coloro che si occupano attivamente del funzionamento della fondazione.
La Fondazione si avvale inoltre dell'apporto di un comitato tecnico-scientifico, necessario per garantire le linee guida promosse dalla Fondazione stessa. E' composto da otto medici, specializzati nei campi delle cure palliative, pediatriche e geriatriche.
La Fondazione Maruzza Lefebvre  d'Ovidio è situata a Roma in via del Nuoto 11, dove chiunque può rivolgersi per ricevere informazioni sulle cure palliative o in genere sulle attività della fondazione. Essendo una ONLUS, la fondazione si sostiene anche grazie alle donazioni di aziende e di privati cittadini, che possono scegliere di sostenerne le attività anche tramite una donazione online. Un ulteriore importante contributo per il proseguimento delle attività è dato dalla destinazione del 5x1000, effettuabile da tutti coloro che presentano al dichiarazione dei redditi, senza alcun onere per il contribuente.

Inoltre la Fondazione è aperta a chiunque desideri impegnarsi come volontario e mette a disposizione inoltre uno specifico programma destinato alle imprese che decidono di sostenerne le attività.
Per diffondere le attività della Fondazione e la conoscenza della cure palliative vengono inoltre organizzati molti eventi nel corso dell'anno, che trovano spesso riscontro nei media nazionali e locali.
La Fondazione si occupa inoltre di organizzare incontri, tavole rotonde e corsi di formazione e cura l'edizione della collana editoriale “Il sole a mezzanotte”.

Francesco Lefebvre d’Ovidio

Laureato in Giurisprudenza all'Università La Sapienza di Roma, Francesco Lefebvre D'Ovidio è professore di Storia dei Trattati e Politica Internazionale presso l'Università di Napoli, per la Facoltà di Scienze Politiche, in qualità di docente di prima fascia. Dopo essere stato ricercatore universitario per l'Università di Messina presso la Facoltà di Scienze Politiche, a partire dal 1987 è stato professore associato all'Università Gabriele D'Annunzio di Teramo per la Facoltà di Giurisprudenza. Nel 1990 ha iniziato a collaborare con l'Università La Sapienza, sempre per la Facoltà di Scienze Politiche, e nel 2001 si è spostato all'Università di Napoli, essendo diventato docente di prima fascia in seguito alla procedura di valutazione comparativa dell'ateneo campano, per il quale è attualmente anche presidente della Commissione didattica della Facoltà di Scienze Politiche.

Allievo dal 1975 del professor Pietro Pastorelli, con la cui guida si è interessato alla storia della politica estera italiana, Francesco Lefebvre D'Ovidio si è occupato del riordinamento del fondo di Gabinetto dell'Archivio del Ministero degli Esteri per il periodo di tempo compreso tra il 1922 e il 1943. Sempre con la direzione di Pietro Pastorelli ha collaborato alla redazione dell'inventario "Indici dell'Archivio Storico, volume XI: Le carte di Gabinetto del ministro e della Segreteria generale dal 1923 al 1943". Tra le materie di studio che hanno dominato le sue ricerche, spiccano i rapporti tra la Francia e l'Italia nell'intervallo tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale. Alla fine degli anni Ottanta, Lefebvre D'Ovidio ha pubblico in "Storia delle Relazioni Internazionali" uno studio intitolato "Napoleone III, l'Austria e la questione del Veneto. Aspetti diplomatici della terza guerra d'indipendenza", dedicato alla politica estera del nostro Paese durante il periodo del Risorgimento e in particolare in occasione della terza guerra di indipendenza.

Attualmente Francesco Lefebvre D'Ovidio è anche membro della Commissione per il Riordinamento e la Pubblicazione dei Documenti Diplomatici che fa capo al Ministero degli Affari Esteri, oltre che componente del comitato direttivo della Nuova Rivista Storica. Il suo curriculum include una grande varietà di pubblicazioni: tra le più recenti si ricordano "La questione austro-tedesca e la crisi della politica estera italiana (luglio 1934-luglio 1936)" all'interno di "Storia delle Relazioni Internazionali" nel 1999, e "Il programma di politica estera del governo Mussolini" in "Clio" nel 2008, oltre a "Eden, la guerra italo-etiopica e il 'test case'" su "Nuova Rivista Storica".

Francesco Lefebvre D'Ovidio è uno dei quattro figli di Antonio Lefebvre D'Ovidio ed Eugenia Beck: gli altri tre sono Elvira, Manfredi e Maretta (quest'ultima è morta nel 1989, mentre Antonio è scomparso all'età di 97 anni nel febbraio del 2o11). La storia della famiglia Lefebvre D'Ovidio è quella di una dinastia che negli ultimi due secoli si è fatta conoscere in Italia e non solo, e che trova le sue origini in Carlo Lefebvre de Cluniéres, che per concessione del re delle Due Sicilie Ferdinando II a partire dal 1854 fu il primo conte di Balsorano. 

Francesco, professore universitario che secondo il Corriere della Sera è "vissuto nel solco del bisnonno omonimo, Francesco D'Ovidio, dentista ed eccellente manzoniano", è noto per il suo stile di vita riservato e discreto.